La discriminazione linguistica nei contesti scolastici, fenomeno ancora poco noto in Italia, è il tema di ricerca del progetto “Circe” (Counteracting accent dIscrimination pRactiCes in Education), finanziato con 400mila euro dall’agenzia nazionale Erasmus+ e del quale l’Università di Siena è capofila.
La ricerca, di durata triennale, coinvolgerà le docenti del Dipartimento di Filologia e critica delle letterature antiche e moderne Silvia Calamai, Rosalba Nodari, Letizia Cirillo e Laurie Anderson.
“Gli accenti sono la nostra carta d’identità – spiega la coordinatrice scientifica, Silvia Calamai – , parlando ci presentiamo agli altri, diciamo chi siamo e indubbiamente ci sono, anche nel nostro paese, accenti giudicati meglio di altri, così come ci sono accenti stigmatizzati e valutati negativamente”. Che effetti hanno i giudizi sull’accento (sia esso non nativo o regionale) in un’aula scolastica? Che legame hanno con l’insuccesso scolastico? Come rendere consapevoli gli insegnanti dei giudizi automatici che si proiettano sul modo di parlare di uno studente? Sono questi i temi della ricerca, particolarmente interessanti per il corso di laurea in Lingue per la comunicazione interculturale e d’impresa dell’ateneo, con sede ad Arezzo, dove le quattro docenti insegnano.
I diversi accenti dell’inglese lingua non nativa saranno indagati, anche con il coinvolgimento degli studenti, in una prospettiva autenticamente europea.
Il partenariato vede coinvolti, oltre all’Università di Siena e al CNR – Istituto di Linguistica Computazionale “Antonio Zampolli” di Pisa, atenei tedeschi, portoghesi e della Bosnia – Erzegovina: Westfalische Wilhelms Universitaet Muenster, Universitaet Hamburg, Visokoskolska Ustanova Internacionalni Burc Univerzitet, International Burc University, Universidade de Evora.
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