Trentotto interviste audio alle deportate nel campo di concentramento di Ravensbrück sono ora riunite nella nuova “Ravensbrück Oral History Resource Family” grazie a un progetto di Clarin, l’infrastruttura europea delle risorse linguistiche per le scienze umane e sociali, che con questa iniziativa vuole dare voce alle combattenti della resistenza, prigioniere di guerra e alle donne ebree sopravvissute nel lager a pochi chilometri da Berlino.
Il progetto nasce in Italia con la digitalizzazione e trascrizione, da parte dell’Università di Siena, di cinque interviste della storica Anna Maria Bruzzone a deportate italiane, ora conservate presso la sezione archivi della Biblioteca umanistica di Arezzo. Un lavoro condotto dalla professoressa Silvia Calamai, che ora si arricchisce delle interviste a internate di Germania, Austria, Paesi Bassi e Stati Uniti, alcune delle quali già accessibili online, e che in futuro sicuramente comprenderà anche fonti di archivi dell’Europa orientale, in fase di esplorazione da parte delle docenti Yuliia Chernishova e Alessandra Carbone dell’Ateneo senese. Tutte le interviste, originariamente di formato e qualità diversi, sono ora facilmente accessibili e confrontabili.
“Le fonti orali influenzano gli ascoltatori in modo diverso rispetto al testo scritto – commenta la professoressa Silvia Calamai – . Le voci sono cariche di emozione, sono veicoli di identità, di sentimenti. Si possono sentire i silenzi”.
Clarin questa settimana ha dedicato al progetto sulle “Voices from Ravensbrück” una Impact story.
Ascolta la registrazione del Clarin Cafè sul progetto e guarda le slide