Per la Giornata Unesco della lingua madre, il 21 febbraio nel Campus di Arezzo dell’Università di Siena si svolgerà la premiazione dei vincitori e delle vincitrici italiane del concorso di scrittura e del concorso video sul tema del razzismo sonoro e della discriminazione linguistica, ideato dal progetto Erasmus+ Circe. L’evento inizierà alle ore 10 nell’aula 1 della palazzina Donne in viale Cittadini.
Giovani di diverse regioni italiane hanno partecipato a questi due concorsi creativi, pensati per incoraggiare gli studenti e le studentesse delle scuole superiori italiane, portoghesi, bosniache, tedesche ad affrontare i temi della diversità, dell’inclusione e dell’integrazione, valorizzando il loro talento artistico e la loro voce su questo argomento. Per conoscere da vicino l’esperienza di chi può aver vissuto – in prima persona o come testimone – una vicenda di discriminazione linguistica sono state previste due sezioni:
• concorso video, “Act Vocally, Think Globally”, che ha invitato i giovani a creare narrazioni coinvolgenti e a raccontare storie potenti attraverso l’obiettivo della telecamera, condividendo una visione di un mondo più inclusivo;
• concorso di scrittura, “Eliminate Discrimination, Embrace Integration!”, dedicato agli appassionati di scrittura creativa, per esprimere immaginazione e talento letterario, promuovendo un messaggio di accettazione e integrazione.
Nello stesso giorno sarà annunciato anche il vincitore o la vincitrice internazionale nelle due categorie, sulla base delle votazioni ricevute sul sito del progetto www.circe.eu.
La giornata aretina prevede la lezione del giovane linguista e influencer Samuele Brusca dal titolo “Every accent matters”, insieme alla presentazione delle attività del corso di laurea in Lingue per la comunicazione interculturale e d’impresa, dove sono insegnate 6 lingue e e dove si pone grande attenzione alla diversità linguistica.
Cos’è il progetto CIRCE?
CIRCE è un progetto Erasmus+ che affronta il problema della discriminazione legata agli accenti nelle pratiche educative. Che effetti hanno i giudizi sull’accento (sia esso non nativo o regionale) in un’aula scolastica e universitaria? Circe propone di sensibilizzare il corpo docente, gli studenti e studentesse delle scuole secondarie di secondo grado sul tema – ancora poco conosciuto in Italia – del razzismo sonoro (in ingl. accentism).
«L’accento: straniero, regionale, locale – spiegano i ricercatori e le ricercatrici – è sempre presente nella nostra vita, in tutte le persone: ce lo portiamo dietro come un macigno o come un trofeo. “Il tuo accento mi piace, il tuo accento mi irrita, il tuo accento mi conquista”. L’accento è un fenomeno linguistico (riguarda il nostro modo di parlare, i suoni, l’intonazione) ma è anche un fenomeno sociale: se il mio interlocutore mi identifica come straniero, come migrante, come ‘diverso’, questa identificazione pesa, nel bene e nel male, nel vissuto quotidiano. L’accento è anche un fenomeno identitario: è il veicolo della mia storia personale, perché io sono la lingua che parlo, e come la parlo. Gli accenti sono la nostra carta d’identità: parlando ci presentiamo agli altri, diciamo chi siamo. Anche in Italia ci sono accenti giudicati meglio di altri, così come ci sono accenti stigmatizzati, di serie B».