Nel primo giorno di discussione delle tesi della sessione primaverile, nel Campus del Pionta anche uno studente detenuto ha conseguito la laurea magistrale in Scienze per la formazione e la consulenza pedagogica nelle organizzazioni.
Il laureando, recluso nel carcere di San Gimignano, polo universitario penitenziario dell’Ateneo senese, ha discusso una tesi sull’importanza del lavoro e dello studio durante il periodo di detenzione, dal titolo “La formazione e il lavoro rendono l’uomo libero”. Relatore è stato il dottor Gioele Barcellona.
Nella commissione, presieduta da Claudio Melacarne, anche Gianluca Navone, delegato del rettore dell’Ateneo al Polo universitario penitenziario della Toscana. “La sua dedizione allo studio è stata straordinaria e, come lui stesso ha affermato, la possibilità di studiare fondamentale per sopravvivere all’esperienza del carcere – ha detto il professor Navone – . Seguirlo in questo suo percorso è stata per me un’esperienza umana veramente particolare”.
In aula, per assistere alla discussione della tesi anche Pina Sangiovanni, responsabile dell’ufficio che si occupa della didattica penitenziaria, gli studenti tutor che hanno seguito il laureando nel corso degli studi e i familiari.
L’Università di Siena fa parte del Polo universitario penitenziario della Toscana dal 2003. Nel corso degli anni il numero dei detenuti iscritti ai propri corsi, anche nella sede di Arezzo, è cresciuto e oggi con un centinaio di iscritti è l’ateneo italiano con la più alta percentuale di studenti detenuti e tra i primi per numero di iscritti, seguiti da studenti e studentesse tutor, dai docenti delegati dai dipartimenti e dall’Ufficio dedicato.