“Pensare il mondo. Percezioni e rappresentazioni mentali” – workshop l’8 novembre

Qual è il rapporto tra la percezione umana e la realtà? I nostri organi sensoriali ci forniscono informazioni attendibili sul mondo esterno oppure ci ingannano? Le immagini che la nostra mente produce corrispondono esattamente agli oggetti cui si riferiscono? Per molti secoli i filosofi hanno cercato di capire se ciò che vediamo corrisponde veramente al mondo esterno. Dal grande Platone al film Matrix dei fratelli Wachowski, il dubbio è sempre lo stesso: ciò che percepiamo è reale o illusorio?

Si parlerà di questi temi nella giornata di studio “Pensare il mondo: percezioni e rappresentazioni mentali”, in programma martedì 8 novembre dalle ore 10 nel campus del Pionta (Arezzo, viale Cittadini, aula 3), organizzata dal professor Paolo Piccari, docente di filosofia dell’Università di Siena e responsabile scientifico dell’Osservatorio Ethos.
“Possiamo dire che noi non vediamo la realtà, perché è il nostro cervello a costruirla”, spiega il docente. “Il nostro cervello non si è evoluto per cogliere la struttura profonda delle cose, ma per garantirci la sopravvivenza. Ciò significa che non ci siamo evoluti per vedere la realtà, ma per sopravvivere. E vedere la realtà così com’è, in tutti i suoi dettagli, potrebbe diventare un ostacolo alla sopravvivenza. Non è un caso che solo una piccola parte delle reti neurali è dedicata alla visione”, prosegue Piccari, “il resto si occupa di dare un senso alle informazioni che riceviamo dal mondo esterno. Dal punto di vista evolutivo, ciò significa che il cervello umano è impegnato a costruire un modello del mondo che consenta agli individui di sopravvivere e riprodursi. Non importa sapere qual è la vera natura degli oggetti, ma essere in grado di utilizzare le informazioni che riceviamo in modo funzionale alle nostre esigenze quotidiane. Naturalmente questo mondo ‘costruito’ dal cervello ha una relazione con la realtà, ma non è la realtà. Vediamo un tavolo: esso fortunatamente ci appare come un oggetto solido con contorni stabili e definiti. Quel qualcosa che chiamiamo tavolo certamente esiste, ma pensate alle difficoltà che incontreremmo se vedessimo il tavolo come realmente è: un ammasso di particelle stipate tra loro che oscillano”.

Alla giornata di studio partecipanno l’australiano David Charles Burr, illustre studioso della percezione, docente di Psicologia fisiologica nell’Università di Firenze e direttore del PisaVisionLab, centro di ricerca finanziato dall’European Research Council; Baingio Pinna, docente di Psicologia generale e della percezione nell’Università di Sassari, autore di un manuale sulla percezione visiva edito recentemente dal Mulino; il filosofo della mente Mariano Bianca, che ha pubblicato molti saggi sulle immagini.