LETTERATURA

MARTEDÌ 20 FEBBRAIO

Incontro con Fabio Stassi evento rinviato
a cura di Università di Siena, Libreria Feltrinelli Arezzo
Feltrinelli Point Arezzo, via Garibaldi 107 – ore 17-18.30
ingresso libero
E se le avventure di Geppetto, il padre di Pinocchio, fossero del tutto diverse da come le conosciamo? Fabio Stassi inventa una storia nuova a partire da uno dei più grandi romanzi della letteratura italiana. Nelle sue mani l’anziano falegname diviene un uomo febbrile animato dal desiderio della paternità, vittima di uno scherzo crudele dei suoi concittadini. Le peripezie del burattino diventano le sue avventure, ma tutte diverse, sorprendenti e a tratti sconcertanti. L’uomo Geppetto non abita più l’originalissima fiaba per grandi e piccini di Collodi ma sembra spostarsi su un palcoscenico contemporaneo, dove la povertà, la malattia, il bisogno di amore, la crudeltà e il riscatto sono di carne e ossa, di sangue e di lacrime, di nervi e muscoli. Così Geppetto si trasforma nel ritratto di un uomo folle e solitario, candido e visionario, che si accinge a scoprire di nuovo il mondo, inseguendo il sogno di un bambino, carne della sua carne. Ma quel mondo lo disprezza e lo deride, rivelando tutta la sua crudeltà. In Mastro Geppetto Fabio Stassi si lascia andare a uno dei suoi grandi talenti, quello di plasmare la materia reale e immaginaria per trarne un racconto che affonda nel desiderio e nell’immaginazione, producendo la metamorfosi che trasforma la finzione dell’arte letteraria nella verità più luminosa e commovente, più dolorosa e umana.
ingresso libero

GIOVEDÌ 22 FEBBRAIO

Pietro Grossi, Entropia e creatività. Flow: il meno conosciuto e più efficace dispositivo della mente umana
a cura di Monica Ulivelli (Università di Siena); Libreria Feltrinelli Arezzo
Feltrinelli Point Arezzo, via Garibaldi 107 – ore 17-18.30
Già negli anni 70 un professore della Chicago University scoprì lo stato mentale che si nascondeva dietro le più importanti imprese del genere umano e il suo stesso benessere. Purtroppo, ancora oggi, in pochissimi ne conoscono l’esistenza.
Salutato dalla critica italiana e internazionale come una delle più originali voci della sua generazione, con i suoi otto volumi tra romanzi e raccolte di racconti (Touché, Pugni, L’acchito, Martini, Incanto, L’uomo nell’armadio, Il passaggio, Orrore) Pietro Grossi ha vinto alcuni dei più importanti premi letterari italiani, tra cui il Premio Campiello Europa, il premio Piero Chiara e il premio Isola di Procida Elsa Morante e raggiunto le finali di Premio Strega e The Indipendent Foreign Fiction Prize.
Oltre a scrivere i suoi libri, Pietro Grossi si dedica da ormai più di venti anni all’insegnamento e diffusione di scrittura e lettura, in teatri e scuole, tra cui la Scuola Holden di Torino.
con la partecipazione di Monica Ulivelli e Alessandro Giannotta
ingresso libero

VENERDÌ 23 FEBBRAIO

Incontro con Paolo Milone
a cura di Università di Siena, Libreria Feltrinelli Arezzo
Feltrinelli Point Arezzo, via Garibaldi 107 – ore 16-17.30
«Avendo fuggito ogni altro lavoro per paura, mi ritrovo a fare il lavoro che fa più paura a tutti». Quante volte parliamo dei medici come di eroi, martiri, vittime… In verità, fuor di retorica, uomini e donne esposti al male. Appassionati e fragili, fallibili, mortali. Paolo Milone ha lavorato per quarant’anni in Psichiatria d’urgenza, e ci racconta esattamente questo. Nudo e pungente, senza farsi sconti. Con una musica tutta sua ci catapulta dentro il Reparto 77, dove il mistero della malattia mentale convive con la quotidianità umanissima di chi, a fine turno, deve togliersi il camice e ricordarsi di comprare il latte. Tra queste pagine così irregolari, a volte persino ridendo, scopriamo lo sgomento e l’impotenza, la curiosità, la passione, l’esasperazione, l’inesausta catena di domande che colleziona chiunque abbia scelto di «guardare l’abisso con gli occhi degli altri». «Si riesce a lavorare in Psichiatria solo se ci si diverte. Io mi sono divertito per anni. Non tutti gli anni: non i primi – troppe illusioni, non gli ultimi – troppi moduli, non quelli di mezzo – troppo mestiere». Ci sono libri che si scrivono per una vita intera. Ogni giorno, ogni sera, quando quello che viviamo straripa. Sono spesso libri molto speciali, in cui la scrittura diventa la forma del mondo. È questo il caso dell’«Arte di legare le persone», che corre con un ritmo tutto suo, lirico e mobile, a scardinare tante nostre certezze. Con il dono rarissimo del ritratto fulminante, Paolo Milone mette in scena il corpo a corpo della Psichiatria d’urgenza, affrontando i nodi più difficili senza mai perdere il dubbio e la meraviglia. Così ci ritroviamo a seguirlo tra i corridoi dell’ospedale, studiando le urla e i silenzi, e poi dentro le case, dentro le vite degli altri, nell’avventura dei Tso tra i vicoli di Genova. Non c’è nulla di teorico o di astratto, in queste pagine. C’è la vita del reparto, la sete di umanità, l’intimità di afferrarsi e di sfuggirsi, la furia dei malati, la furia dei colleghi, il peso delle chiavi nella tasca, la morte sempre in agguato, gli amori inconfessabili, i carrugi del centro storico e i segreti bellissimi del mare. Ci sono infermieri, medici, pazienti, passanti, conoscenti, caduti da una parte e dall’altra di quella linea invisibile che separa i sani dai malati: a ben guardare, solo «un tiro di dadi riuscito bene».
con la partecipazione di Raffaele Pasquini
ingresso libero

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