Negli anni Settanta aveva intervistato i pazienti dell’Ospedale psichiatrico di Arezzo, raccogliendo e registrando le loro testimonianze che erano poi confluite in un’opera pubblicata nel 1979 da Einaudi dal titolo “Ci chiamavano matti”. Un lavoro importante, quello della storica piemontese Anna Maria Bruzzone, che è tornato a essere custodito nel luogo in cui quelle donne e quegli uomini hanno vissuto e l’hanno incontrata per raccontarle le loro storie di emarginazione e dolore.
Le audiocassette che conservano ancora le voci dei ricoverati, perfettamente conservate, sono state donate dalla nipote Paola Chiama all’Università di Siena, che negli anni ’90 ha trasformato l’area dell’ex manicomio di Arezzo in un campus. Oltre ai nastri con le interviste ai pazienti psichiatrici l’Archivio sonoro comprende altre interviste realizzate dalla storica torinese dagli anni Settanta agli anni Novanta, tra cui quelle a partigiane piemontesi, a ex deportati e deportate nei lager nazisti. I documenti sonori sono stati digitalizzati e hanno trovato posto nell’Archivio storico dell’Ospedale neuropsichiatrico.
Sezione Archivi – Biblioteca umanistica di Arezzo
Responsabile: Eleonora Bassi
Arezzo, viale Luigi Cittadini 33
Archivista: Lucilla Gigli
tel. 0575 926 264
email lucilla.gigli@unisi.it
pagine web sull’archivio